martedì 6 novembre 2012

Con Pinterest i social chef attirano clienti


Tra le immagini che più ci inducono a cliccare per curiosità sfido chiunque a non catalogare quelle sul cibo.
Un’immagine di un piatto ben presentato che solo a guardarlo ti conquista l’appetito è senza dubbio accattivante. E già per questa unica motivazione chi ha un ristorante, una sala ricevimenti, un agriturismo non può esimersi dall’avere un profilo Pinterest.

Cosa è Pinterest? E’ il nuovo social network di condivisione di immagini definito ispirazionale  in quanto consente di condividere, catalogare e archiviare tutti i propri interessi su apposite lavagne (board). Chi ha inventato Pinterest  in un’unica parola ha voluto fondere due termini: “pin” che sta per appendere e “interest” per interessi. In altre parole potete pinnare, o usando un linguaggio già noto postare o twittare, tutte le immagini che rispecchiano i vostri interessi.
Ora, venendo alla parte del marketing di un ristorante, lo chef,  il gestore di un locale o l’organizzatore di un catering e banqueting, hanno una carta in più da giocare: attrarre i clienti con i propri piatti. Succulenti presentazioni cibarie, primi e secondi piatti in cui sfoggiare il meglio delle proprie portate, naturalmente ben fotografate possibilmente adoperando lo sfondo bianco-ceramica del piatto, sono vere e proprie dichiarazioni d’amore verso il cliente, suggestivi corteggiamenti che, “pinnandole”, altro non fanno che invitare il futuro avventore a cliccare e a conoscere il proprio locale.

E qui arriva un altro fattore strategico di Pinterest: chi inserisce l’immagine ha la possibilità di inserire un link. Così facendo l’utente che clicca sull’immagine viene reindirizzato al link scelto dall’autore. Venendo al caso del ristorante con Pinterest è facile postare un’immagine e proiettare il link sul sito del ristorante o su un’offerta di una cena con sconto.
L’importante è adottare una misura sobria: non essere troppo autoreferenziali ma condividere anche altri interessi con immagini, “like” e “repin”.  Ad esempio si potrebbero creare lavagne con foto di spezie dal mondo oppure scatti di film dove la tavola è sempre protagonista (come non pensare ad Alberto Sordi nella famosa scena degli spaghetti nel film “Un americano a Roma”).

Pinterest in Italia non è ancora molto utilizzato, a differenza dell’America dove già spopola, ma proprio per questo è bene cavalcare ora il momento. Inizialmente a seguire e a condividere con voi il profilo ci saranno stranieri ma poco male considerando che l’italian food  è il cibo preferito dalla maggior  parte della popolazione mondiale. E allora chef cosa aspettate? Iniziate a diventare social. E’ il web che ve lo chiede!

Sara Macchitella

venerdì 19 ottobre 2012

SEO o non SEO, questo è il problema


Amo le parole e scoprirne di nuove.
Ma ciò che più mi colpisce delle parole è il contesto nelle quali vengono inserite.
Facciamo un esempio. La parola ‘SEO’ a cosa vi fa pensare? Chi ci capisce di web avrà subito collegato queste tre lettere al mondo di Internet e ci avrà messo poco a sviluppare l’acronimo in ‘Search Engine Optimization’ ovvero Ottimizzazione e Posizionamento dei siti sui motori di ricerca. Chi non ci capisce né di web e né di “motori di ricerca” allora sarà senza dubbio pronto ad accogliere nuove fantastiche scoperte targate “SEO”.
Io sto a metà strada nel senso che il web mi ha accolto da tempo affascinandomi con i suoi social network e i suoi siti di notizie sempre aggiornati, il SEO, invece, è per me la combinazione di tre parole messe una di fianco all’altra che rievocano una certa cadenza portoghese/brasilera. Ebbene si è ancora un mondo a me stessa sconosciuto e il punto interrogativo sulla mia testa davanti ad una persona che mi diceva di “fare seo col suo collega” ci stava tutto! Ora invece ringrazio quella risposta così criptica per me e allo stesso tempo chiara per l’esperto SEO. E così son passata alla fase 2: iniziare a fare domande idiote, ma allo stesso tempo tanto tanto comuni. Vai con la prima. "E’ fare Seo o no cliccare tantissime volte sul mio sito al fine di renderlo visibile e spingerlo sempre più su?"  Risposta: assolutamente no. Pura leggenda metropolitana. In tanti ancora ci credono. Invece, aprite le orecchie, non è così che funziona la rete. Pouffff(…sospiro di sollievo). Per un attimo pensavo che colui che fa il Seo… sul serio…passasse le sue ore di lavoro a colpi di mouse ..click..click…per portare più su il sito del suo cliente.

Ma allora - penso - in cosa consiste questa attività “viagra” il cui fine è portare su il proprio sito? Vai con la seconda domanda: "cosa fa allora il SEO per rendere i siti visibili a Google ed essere CGC..come GOOGLE comanda? E, soprattutto, di cosa è ghiotto Google?"
E’ ghiotto di link, mi viene risposto. E allora questi link glieli dobbiamo servire in grande quantità? E no, fermi tutti ma quale grande quantità (mi ammonisce l’esperto SEO). Capisco quindi che dobbiamo servirli a poco a poco senza esagerare. Ben serviti e possibilmente conditi con testi freschi, semplici, ma efficaci. E cosi che ritorniamo alle mie tanto amate parole. Fare SEO è anche questo: scrivere parole, avvicinarle a dei link e gettare tutto nel Mare Magnum di Google, sperando che abbocchi. E se non hai scritto cose sceme, ma le hai scritte come se dovessi spiegarle ad uno scemo, uno che non ha poi tanto tempo per capire, hai fatto le cose come CGC. Hai fatto Seo. E lo hai fatto sul serio.

Sara Macchitella